mercoledì 3 settembre 2008

Ci Sono Riuscito!

Dopo mesi di insuccessi finalmente sono riuscito ad inserire tutti i link alle foto.Mi sembra tutto molto bello.
Se ci siete Giovedì 11 potremmo fare la cena dell'Alta Via.

martedì 2 settembre 2008

Appunti di Alta Via

Di Marco

31 luglio 2008

PRIMA TAPPA – PALAFAVERA – RIFUGIO TISSI

Grande primo giorno.
Per iniziare seggiovia, che aiuta ad entrare in contatto con l’alta via n°1 come lo strudel aiuta a sentirsi al mare. Comunque sia cominciamo! con il triangolo dalle valenze simboliche contrastanti a segnare il cammino. E’ comunque un bel compagno di viaggio il pensiero di star percorrendo un sentiero che attraversa tutte le Dolomiti da Nord a Sud.
Si comincia ubito a salire duro fino al lago Coldai dopo aver incontrato una suora che si dice non porti punto bene, fortunatamente di bianco vestita, che porta un po’ meno male. Super Piero, preziosissimo compagno di viaggio dei primi giorni, incontra la prima delle vittime della sua attacca bottoni, una giapponese romana, Andrea indaga la possibile presenza di trote nel lago e avvicina la Sara al meraviglioso mondo dello Spinning.
La sorpresa del gruppo del Civetta è stupefacente e si cammina alla sua ombra su ghiaioni con presenza di neve, in lontananza, in alto, ma parecchio in alto il rifugio Tissi. La sorpresa più grande di giornata è il balzo su cui il rifugio sorge, sotto, in basso, lontana, giù c’è Alleghe ed il suo lago, per noi lassù vertigini ed uno splendido tramonto.

SECONDA TAPPA – RIFUGIO TISSI – PASSO DURAN

Partenza in discesa, ma parecchio in discesa!
Guida Sara che a momenti ci precipita in un burrone su mio incitamento e con Ciure che tenta di salvarci...invano!
La tappa è bella e prosegue in una splendida con cavalli, mucche e..Yak?(forse). Si risale un po’ fino alla meravigliosa torre Venezia alla cui ombra una targa recita la frase del giorno (e forse della vacanza):

“L’affetto di un amico è come appiglio che non cede”

Al rifugio Vazzoler acquisto di spilline indie rock della Civetta. Discesa critica per ginocchia e sopportazione, in direzione contraria gruppo di scalatori allungato dalla provenienza certa: Pistoia o Lucca!!! Così sentenzia Ciure. Il cappellino Monte dei Paschi di Siena che un componente del gruppo su due indossa avrebbe probabilmente tratto in inganno chiunque, ma a Ciure-Spiegoni proprio non la si fa!!!
Bivio
Comincia l’escursione vera: la salita! Non molla mai, temperatura ed umidità da foresta tropicale fino alla prima torre dell’orso (ne seguirano altre). Passaggi su rocce e sorprese che allungano il cammino immaginato e che fanno un po’ tremare le gambe mentre si affrontano le due forcele di giornata. Piove e c’è il sole la Madonna coglie un fiore la lo coglie per Gesù e tra un po’ piove e c’è il sole...loop.
Il Bruno Carestiato (Oh! Oh! Oh! – OhOh!) è un miraggio lontano che piano piano si avvicina, le due birre sono il colpo di grazie e la discesa al passu Duran una visione in technicolor. Rossetti musica i nomi dei rifugi e Andreini scompare lontano, a valle, con passo da valkirya.
Il rifugio S.Sebastiano, Piero ed Andrea sono un abbraccio affettuoso alla fine della seconda giornata di alta via.

Intermezzo piovoso, giusto il tempo di una citazione trovata su una pubblicazione al rifugio San Sebastiano che descrive le vie di arrampicata nella zona del Civetta.

Teniamo nondimeno all’avventura. Ci attrae l’ignoto sul monte e non criminalizziamo l’extracomunitario in piano. Siamo tedenzialmente progressisti.
Non ci caschiamo. Sappiamo quello che appare attuale. Quanto è davvero moderno.
Ci divertiamo inoltre un mondo. Alla faccia di chi fa dell’esistenza un campionato.
Consideriamo le difficoltà degli accidenti da fronteggiare per visitare luoghi magici. Sapendo che lassù siam provvisori. Amiamo certe vette. Pure i costoni. Ogni libero passo. Andiamo dunque a piedi ed andiamo piano. Contempliamo. Immancabilmente ritorniamo. Sopravviviamo...
Davanti a noi c’è la Civetta maestosa. Luminosa. Sola. Non ci risparmiamo di certo: il tempo è bello.

TERZA TAPPA – PASSO DURAN –PRAMPERET

Piove mentre Doni’s Family si preoccupa di organizzare il nostro ritorno, piove a dirotto mentre la macchina viene parcheggiata in località Soffranco, o giù di lì.
Quando smette partiamo lasciandoci alle spalle l’ospitalità perfetta di Beniamino e glo occhi di Catia. La tappa prevede due forcele e un primo tratto di strada asfaltato, ovviamente sbagliamo subito, ma recuperiamo l’ingresso segnalato dalla presenza di un’aquila bronzea (che pare un pollo).
Si sale in boschi umidi e pieni di funghi fino al nostro primo ristoro dal quale si intravede il nostro prossimo cammino. Durante la sosta seguente, a cinque minuti da una malga meravigliosa, visioni mistiche si accompagnano con canti religiosi:
“ecco quel che abbiamo nulla ci appartiene ormai...” La montagna ispira il sentimento religioso, lo diceva anche il “papa morto” che da queste parti, si mormora, veniva in vacanza.
Si prosegue su verso la forcella e alla panoramica, si apre una valle meravigliosa e sullo sfondo il monte Pramperet con il rifugio Sommariva ai suoi piedi, uno dei più bei rifugi per compagnia ed ospitalità. Non abbiamo n jingle per questo, ma di sicuro la colonna sonora, grazie al chitarrista Marietto è PO-ROM-POM-PO’ PO-ROMPO-PPERO’- PERO’. Al coro pot cena (e che cena) partecipano con amore Ivan e Marika, gestori del rifugio e i loro amici nonchè i genotori della famiglia Bradford di Amburgo (o Hannover) che con i loro figli modello sono diventati preziosi compagni di viaggio ed esempio fulgido di educazione filiale.
Notti magiche in brande a tripla altezza.

QUARTA e QUINTA TAPPA – PRAMPERET – PIAN DI FONTANA - SOFFRANCO

Partenza calma, molto calma...Ivan ci avvicina ai giorni dell’arrampicata e l’idea di iscriversi ad un corso del CAI balena in più di una delle nostre menti assonnate...bella la frase “ho fatto quel passaggio difficile fissando un ‘amico’ nella fessura della roccia”.
La camminata è tranquilla anche se il terrore dei pallini rossi sulla mappa perseguita Andre e Marietto per molto tempo. La salita è molto bella, la discesa anche di più. Il Van è semplicemente magico, con i camosci che corrono sui ghiaioni, le marmotte che fischiano (c’è da tornare a dormirci qui con le tende)...
Si scende tanto, ma tanto fino al Pian di Fontana, ultima notte in baita per noi, domani ancora discesa fino alla macchina e partenza, ma c’è ancora il tempo di una cena, una cena con Enrico.
Enrico che ha vissuto (nato nel ’30) l’Italia che si faceva e disfaceva, l’Italia della guerra, dei tedeschi, dei fascisti, dei partigiani, la guerra dell’uno dei nostri dieci civili, delle gallerie da scavare, l’Italia del dopoguerra, tutta da rifare, tra chi va in germania a fare il gelataio e chi resta, tra chi parte dalle valli per lavorare il legno nei cantieri dei ponti e delle strade e degli edifici e delle fabbriche...
Enrico timido, Enrico forse un po solo, Enrico “con calma”, Enrico il latte è troppo bianco, lo sniappin non posso da quando “mi hanno tagliato”, ma si correggimi il caffè... Enrico di Soffranco che abita giusto sopra a dove è parcheggiata la macchina che ci riporta a casa, Enrico che chiude questo splendido sogno di montagna.

martedì 5 agosto 2008

Alta Via n° 1


Tornati ieri dopo giorni bellissimi.Stamattina mi sono svegliato alle 6 nonstante non avessi il concerto di fiati del duo Lenzi/Rossetti.La prima cosa che ho fatto e' stata vedermi di fila tutto lo spettacolo di Paolini sulla tragedia del Vajont.
Questa volta non ha senso descrivere salite,discese,ghiaioni,sentieri ed altro.Ci vorrebbe troppo tempo e non interessebbe a nessuno.
Sono tornato a Prato con la serenita' di chi e' stato in vacanza un mese nonostante sia mancato all'asfalto quattro giorni e mezzo.Con Rossitto(E' bravo,e' bravo)ci ripetevamo che per viver bene non c'e' bisogno di granche'.Forse quello che ti trafigge oltre alla bellezza incomparabile dei posti,e' la gioia composta delle genti che in montagna hanno deciso di viverci o di farci un po' di strada con lo zaino in spalla.

Foto Lenzi

Giro Giro Tondo


Tempo fa' in una mattina umida di primavera io e Lenzi,vogliosi di raggiungere la Croce di Castioncello dalle Croci di Calenzano,dovemmo accontentarci di arrivare al Monte Maggiore.Seppur muniti di cartina,siamo giunti due volte allo stesso pratone(a due passi dal sentiero che da Valibona porta la M. Maggiore)senza volerlo.
Una mattinata di ordinaria follia e di straordinaria allergia.

Foto Lenzi

mercoledì 9 luglio 2008

Festa della montagna e Pania alla Croce



Dal vangelo secondo Marco

Festa della montagna in Pianiza comune di Molazzana, Garfagnana, Lucca. Un’oasi nel mezzo alle montagne, un prato enorme con tante tende e molti fuochi, una piccola sagra a base di minestre di farro, rostiggiana in umido gon le olive (bona), garne, vino e tornei di brisgola e sgopa, maremma ‘ggane, l’aggento di questi posti è un po’ fortino.

Serata splendidamente dedicata al cibo ed al fuoco con Andrea grande fuochista e braciere, un po’ di nostalgia scout (Signore tra le tende leit motiv), poi a letto sperando di riposare, ma orde barbariche di ragazzini bestemmiatori incalliti ce l’hanno praticamente impedito...quindi non sveglia alle sei e partenza per il rifugio Rossi per me e Andrea.

Salita nel bosco all’insegna della sudorazione e della digestione dal sound inconfondibile, per fortuna in completa solitudine apparte due bivacchi all’aperto con gente che dormiva nel bosco (bella idea).

Il rifugio Rossi è una scoperta per me, in una posizione eccezionale, con vista sulle montagne e sulla lattiginosa foschia tutto intorno, lì accanto il profilo dell’Omo Morto a ricordare che sull’Apuane conviene stare attenti...lassù la Croce e...cazzo com’è lontana! La salita è tutta un ghiaione in forte pendenza, ma la voglia della cima spinge su e in cima non ci sono parole per descrivere si ha la sensazione di essere in un centro, nel centro di qualcosa, sorprendente!

La discesa al rifugio Rossi è veloce e si avvistano una coppia di mufloni e neve perenne, nonchè una simpatica coppia con cane che al rifugio sarà protagonista di un episodio indecente causato dal padrone del rifugio e dal suo cane territoriale. Finisce quasi a manate, roba da ricovero.

Alla fine di tutto voltarsi indietro e vedere la Croce su in alto lascia senza fiato e con la voglia di tornare.

Foto Lenzi

sabato 31 maggio 2008

Alta via delle Dolomiti

Nasce dalla mente fulgida dell'architetto Lenzi l'idea di una cinque giorni estiva sulle dolomiti.Dormire nei rifugi in quota.Date e modalita' tutte da stabilire.
Io ci sento da morire

Alpi Apuane 7/8-6

Domani e lunedì saro' al mare ma se vengo a camminare ne rimedio.
Posso dare gia'da oggi la mia disponibilita' incondizionata per un giro il prossimo fine settimana,quello indicato nel titolo.
Ho dato un'occhiata ed ho trovato diversi anelli da 8-10 ore per gente in forma come noi.
Tutte le cime del gruppo delle Panie:un tour di grande respiro.1000 mt di dislivello.8 ore
Traversata Nord-Sud del Cavallo:sopra un onda di pietra.1000 mt dislivello.6 ore
Traversata Nord-Sud del Pisanino:la cima piu' alta delle apuane.1150 dislivello.8 ore
Maggiore-Sagro-Spallone:sopra secoli di marmo.1400 dislivello.10 ore
Corchia:sui crinali della montagna vuota.900 ca dislivello.5,30 0re
Sagro:sulle tracce dei vecchi alpinisti.1200 ca di dislivello.7,30 ore
Traversata del monte Forato:1100 di dislivello.8 ore circa

Dite la vostra anche sul giorno in cui preferite andare.Se andiamo di sabato evitiamo la fila

giovedì 22 maggio 2008

Da Piazza a Piazza





Che ci si fara'??
Ma che scherzi c'e' gente di 75 anni che la finisce senza nemmeno sudare.Noi che siamo giovani e allenati(??) giammai avremo grossi problemi....








La partenza non e' il massimo.Orde di gente di ogni eta' e di tutte le corporature che si sorpassano correndo,saltellando,speronandosi.In cuor mio pensavo di ripassarli tutti di lì a poco.Arriviamo a spazzavento con il sole che fa' capolino.La folla si e' diradata ed iniziamo ad apprezzare quello che ci sta intorno.Il pensiero e' rivolto alla salita verso il monte Javello(il lettore attento si ricordera' che l'avevamo discesca tempo fa').E' una pettata incredibile che,se sei bischero' come me,riesci a completare con il cuore in gola e le gambe di marmo in mezz'ora.Primo ristoro della vab.Si mangia e si riparte.Dal passo delle cavallaie,che incontriamo
di lì a poco,affronteremo un sentiero che nessuno di noi ha mai fatto prima.Il cartoncino che ci hanno fornito con l'iscrizione,sembra indicare che il grosso della salita' lo abbiamo fatto.Mancano soltanto 200 mt di dislivello qua e la'.I nostri cinque eroi affrontano salite e falsi piani con il morale altissimo.Da annotare la presenza di uno dei posti di ristoro piu' caratteristici prima della salita Stracca l'asino.Salsicce,pancetta,cacio e uova sode(2 per il ns. andrea Guarducci).Il tutto servito da un gruppo di giovani di spirito.All'ora di pranzo ecco il Pian della Rasa.Io sono gia' cotto a puntino,con un gran male alle gambe.L'Andrea dei Guarducci zoppica vistosamente per un tendine dolente.Dopo qualche battuta in allegria e due scodelle di minestra,ripartiamo con un passo un po' piu' blando.Incominciamo a dirci che forse non e' quella passeggiata che ci eravamo immaginati.Da qui in poi e' tutto un susseguirsi di mangia e bevi(saliscendi ndr).Ci diciamo apertamente che forse dovevamo effettuare un allenamento un po' piu' mirato.Sul monte Zucca i primi mancamenti.Ognuno zoppica a proprio piacimento.Gabriele Ermini,continuamente incitato dal figlio Andrea("Oh Babbo.Un ti vedo mica punto bene.Che ce la fai??"),e' in realta' quello piu' fresco di tutti.Giunti al tabernacolo di Gavigno,ignari di quello che ancora ci aspetta,ci alimentiamo come bestie feroci.Che lo vuoi un bicchiere di vino??Certo.Dall'altra parte della strada c'e' scritto che a Montepiano mancano 4 ore.Non puo' essere vero;sono esattamente sei ore e venti che camminiamo.Sara' tutto tremendamente vero.Saliamo il Monte Scalette,o forse e' il sentiero che si chiama cosi'.Di sicuro non hanno dato quel nome per caso.Sessanta minuti di passione per il sottoscritto.Gambe e cervello a farsi benedire.Non ricordo granche' della strada fino a Montepiano.All'arrivo siamo mezzi morti.Piu' morti che mezzi.Andrea G non piega il ginocchio.
Per andare a cena ci vengono a prendere con la macchina.Dopo averci riempiti come bisacce ci consegnano(sempre con la vettura)alle lenzuola.Se l'aulin non fa' un miracolo si torna tutti con la capp.
Domenica.Sveglia alle cinque e mezzo.Il ginocchio non da speranze al Guardu,battistrada del primo giorno.Le nostre strade si dividono.Dispiaciuti e preoccupati per la strada da fare,ripartiamo.
Il secondo giorno abbiamo camminato insieme solo per i dieci chilometri di asfalto sulla strada che unisce Montepiano a Mangona.Con l'inizio del sentiero ognuno ha preso il passo imposto dalle proprie gambe di marmo.Fino a Montecuccoli(3 ore dalla partenza)il percorso,immerso nel bosco,non presenta dislivelli di rilievo.Polpacci,cosce e giniocchi ringraziano.Da qui in poi inizia la parte piu' bella degli 80 chilometri della da Piazza a Piazza.Il sentiero corre su e giu' per pratoni.Io e l'arch. Lenzi,incontrato al ristoro di Montecuccoli,facciamo strada assieme.Maciniamo chilometri in silenzio fino al Monte Maggiore.Dalla vetta si
vedono i monti che abbiamo calpestato il giorno precedente e Cantagrilli e la Retaia,le nostre ultime fatiche.Per me e' l'ora di una sosta,Zaccia sostiene di non potersi fermare.Il sentiero scende fino a Valibona per poi girare su verso Cantagrilli...
[La storia finisce qui.Inutile dire che siamo arrivati stravoRti]

Foto Lenzi

lunedì 5 maggio 2008

Appena tornati dalla Da Piazza a Piazza

Credevo fosse un po' piu' dura e lunga...
Dite la vostra. Prossimamente mettero' il post ufficile(quando mi saro' ripreso).
saluti

giovedì 27 marzo 2008

Cinque per Mille 30-3-08



Partiamo alla buon'ora, quella legale. Gabriele E, Andrea E, Marco L, Io ed Andrea G, all'esordio stagionale. L'intenzione e' quella di compiere un giro tondo che abbia inizio e fine a Montemurlo dopo aver raggiunto le Cavallaie(973 mt). Cinque ore il tempo previsto dal rag FILermINI. (La partenza e' sulla via Montalese all'altezza della Pro Loco di Montemurlo).
Cominiciamo a muovere i primi passi sul sentiero 70 che dopo breve ma intensa salita, giunge alla Rocca di Montemurlo. Un anziano della da piazza a piazza, incontrato per caso, ci confessa di impiegare abitualmente un'oretta per giungere da casa sua in via Scarpettini alle Cavallaie. Iniziamo a preoccuparci:"sara' mica che abbiamo scelto un giro troppo corto??". Trascorre un'ora e mezza (o forse piu') allorche' possiamo ammirare la fattoria di Iavello. Incontriamo qui la Carla: cagna nera di mezza taglia, discendente da almeno venti razze diverse. Scodinzolando si unisce al gruppo. Convinti che ci avrebbe salutati di lì a poco, percorriamo la strada sterrata che porta al passo delle Cavallaie. Il paesaggio e' notevole e noi si va' come il treno. Al crocicchio prediamo a destra sul ripidissimo sentiero 10 che in breve tempo giunge a Le Cavallaie. Grande soddisfazione nonostante le tre ore di ritardo sul tempo del Messner di Montemurlo. Mangiamo. La Carla ci ronza intorno, affatto stanca. Percorriamo per sali scendi il Pian delle Vergini(Mille metri di altitudine raffreddano anche il sangue piu' caldo). La Carla ci precede spensierata. Ad uno spiazzo privo di vegetazione ma ricco di panorama,i nizia uno stradello/dirupo che in breve tempo ci deposita sul sentiero 12. Siamo ormai certi di non aver fatto bene i conti circa il tempo di percorrenza. Procediamo spediti per quarantacinque minuti e poi per altri quarantacinque minuti fino a giungere a Case Montelopi. A questo punto,divorati dalla stanchezza, franiamo a valle senza consultare la cartina. Con il cuore affranto, consigliamo alla Carla(ci avrebbe seguiti fino alla fine del mondo) di restarsene su quei monti che tanto a Prato non ci si diverte piu' come una volta. Giunti al cimitero di Figline, proseguiamo per strada asfaltata fino a Villa Fiorita. Uomini giusti ci riaccompagneranno alla vettura.
Sei ore e mezzo sul pezzo. Domenica prossima ci si riposa.(?)

Foto Lenzi

venerdì 21 marzo 2008

Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi

All'appello solo io ed Andrea. Piove. C'e' grossa crisi ma decidiamo di provarci. Parcheggiamo la macchina nella piazzetta di filettole e prendiamo a camminare lungo la strada asfaltata che porta a Carteano. Da qui parte il sentiero che tra gli alberi costeggia il Rio Buti. La salita e' dura e non leva mai, i sassi sono saponette. Dopo circa un'ora e mezzo si rivede il cielo, nuvoloso ma senza pioggia. Arriviamo ai prati di Valibona ad un crocicchio: a nord il Monte Maggiore, ci andremo un'altra volta. Dopo aver bevuto prendiamo a destra per il Monte di Cantagrilli. Per una mezz'ora o piu' saliamo per pratoni con il sole in fronte. Felici per l'inaspettato miglioramento delle condizioni metereologiche, ci prendiamo gioco di chi e' rimasto a letto. Croce di Cantagrilli. Visuale a 360°: le Croci di Calenzano, Bilancino, Firenze. Tira un vento bestia ma godiamo assai. Lungo il crinale che ci separa dalla Retaia, ci imbattiamo in un branco di cavalli bradi assonnati. Una foto a Prato e via giu' gagliardi fino a Filettole...

BUONA PASQUA

Foto Ciure

martedì 11 marzo 2008

3/4-05-08 Da Piazza a Piazza

dal sito del CAI
Se amate trascorrere ore all'aria aperta e non avete paura di affrontare lunghi percorsi questo è ciò che fa per voi.
La prima edizione di "Da Piazza a Piazza" risale al 1984 e da allora ogni anno sempre più persone vengono coinvolte dalla magia che circonda questa Manifestazione.
Il tutto nacque da una scommessa tra pochi amici. L'idea era quella di partire da una piazza di Prato e raggiungerne un'altra al di là del Bisenzio (il fiume che attraversa la Città). Se da un lato potrebbe sembrare assai semplice percorrere i 3-4 km che dividono le due Piazze dall'altro è bene ricordare che c'era di mezzo una scommessa ovvero:
NON ATTRAVERSARE IL BISENZIO
Per aggirare l'ostacolo l'unico modo era quello di percorrere un versante della Val di Bisenzio fino alla sorgente e ridiscendere a valle dall'altra parte.
Più di 80 km di sentieri immersi nella natura da coprire in due giorni e un dislivello complessivo di circa 2400 mt furono il loro traguardo e ancora oggi lo sono per tutti gli escursionisti che vi prendono parte.
E pensare che nella prima edizione si presentarono non più di una trentina di folli, sotto un autentico diluvio, ma da allora la manifestazione è cresciuta tanto da diventare una classica per molti appassionati.
Preme sottolineare inoltre che, conservando lo spirito di allora, ancora oggi "Da Piazza a Piazza" non rappresenta una gara ma un'escursione, una gita del passato. C'è chi corre, chi ne approfitta per fare un giro a cavallo, ma c'è anche chi, armato di zaino e macchina fotografica, si lascia cullare dal panorama stupendo che offre questo incantevole percorso.
Una scrupolosa organizzazione coadiuvata da tantissimi volontari permette agli escursionisti di viaggiare con un equipaggiamento molto leggero. Lungo il percorso sono infatti allestiti numerosi punti di ristoro ed un servizio di trasporto zaini e borse.
Solo un'ultima curiosità: in pochi ahimè sanno che quei temerari ideatori della scommessa ed eroi di un'epoca ormai andata, realizzarono l'impresa in un "Solo Giorno" partendo prima del sorgere del sole e tornando a Prato a notte fonda.

IO VO',TE UN LO SO!

Monte Morello 02-03-08


Prima uscita stagionale. Presenti l'Arch. Lenzi, il sottoscritto, Gabriele ed Andrea Ermini, ideatore dell'itinerario. Parcheggiata l'autovettura nel piazzale del lago di Legri, affrontiamo senza esitazione la strada sterrata che sale verso Volmiano. La pendenza e' costante e solo gli Ermini, in grande spolvero, riescono a scambiare qualche parola. Lasciamo sulla sinistra Case Mattiano fino a giungere spavaldi ed un po' pezzati, ad incrociare il sentiero 00. Prendiamo a sinistra e procediamo per saliscendi lungo il crinale che separa Vaglia e il Mugello dalla valle della Marinella. Bellissimo il panorama nonostante la nebbia del mattino. A circa un'ora e quaranta dall'inizio dell'escursione, la meritata pausa con spuntino. Da qui l'itinerario si snoda lungo strade sterrate e sentieri fino al piazzale di partenza, in lieve e piacevole discesa. La nostra camminata prosegue a buon passo, farcita da un rilevante numero di bischerate.
Ci s'e' messo un po' meno di quattro ore. A voi le foto.

Foto Lenzi

venerdì 22 febbraio 2008

Voglio andare sull' alte montagne.....

Salve a tutti.
Ho creato questo blog perche' mi piace andare in montagna e preferisco essere male accompagnato piuttosto che solo.
Da qui l'idea concepita insieme al caro Andrea dei Guarducci ,di creare uno strumento che aiuti a programmare future camminate in qua e in la' per la Toscana.
A presto.

Pania 24-8-21

Se la memoria non mi tradisce oggi è stata la mia decima ascensione sulla Pania. Sono partito da Pruno e mi sono goduto tutto il percorso, s...